Dobbiaco, dove la musica riecheggia nell'aria!!

La posizione di Dobbiaco (1256s.l.m.) è senza dubbio molto favorevole, oltre che incantevole. Il paese si trova all'ingresso della Valle di Landro ed offre una magnifica vista sulle famose "Tre Cime di Lavaredo" da cui la denominazione di "Comune delle Tre Cime". La vicinanza ai comuni di Cortina d'Ampezzo e San Candido e il suo clima salutare le conferiscono un particolare interesse turistico.

Il campanile della chiesa di Dobbiaco
Paesaggio intorno a Dobbiaco Interno della chiesa di Dobbiaco

Le possibilità di praticare sport a qualsiasi livello, sono innumerevoli, ma l'interesse per questo incantevole comune è anche musicale.

Sono, infatti, molto famose le Settimane Musicali Gustav Mahler che, in onore del compositore Boemo Gustav Mahler, riscuotono un enorme successo tra gli appassionati di musica.

Questo piccolo comune, di 3.274 abitanti, è il paradiso per lo sci di fondo e l'offerta di attività sportive e culturali è molto interessante.

Il panorama artistico offre siti di interesse storico e artistico: cappelle, antichi masi, castelli ed il suggestivo Santuario di Santa Maria.

La natura non è certamente da meno…  i sentieri per le escursioni vi immergeranno in una fantasia di colori che non si può nemmeno immaginare!!!

Non perdetevi una visita al Lago di Landro o al Lago di Dobbiaco pieni di fascino e attrezzati per una simpatica gita anche con i bambini.

Ad est di Dobbiaco si estende il Parco Naturale delle Tre Cime, ad ovest il rinomato Parco Naturale Fanes – Sennes – Braies, a nord le Alpi Centrali e a sud le magnifiche Dolomiti, dichiarate dall'UNESCO "Patrimonio Naturale dell'Umanità".

Lo sport, praticato anche a livelli agonistici, è il vero protagonista!

In inverno è possibile dedicarsi a sci, sci di fondo, snowboard, escursioni con le racchette da neve, sci d'alpinismo e pattinaggio. Ogni anno sulle piste sempre perfettamente innevate si svolgono maratone di sci di fondo e gare di Coppa del Mondo.

In estate il piacere di stare all'aria aperta e i colori di una natura ancora incontaminata sono lo scenario per escursioni, anche impegnative, gite in bicicletta, arrampicate, pesca e tennis. Nei mesi estivi, a Dobbiaco,  vengono spesso organizzati eventi di atletica leggera che attirano campioni nazionali e mondiali.

La vera particolarità del Comune di Dobbiaco è quella di essere particolarmente ricco di fonti di acqua. Il paese è lo spartiacque tra Danubio e Adige e attinge la sua acqua potabile da due diverse falde: una tra le rocce calcaree delle Dolomiti e l'altra tra le rocce ferrose delle Alpi Centrali. L'interesse per questa fonte di energia risale ad un'epoca antica durante la quale si attingeva per far funzionare i mulini; oggi l'energia elettrica viene prodotta da centrali idroelettriche di ultima generazione.


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La Storia di Dobbiaco

Le prime testimonianze di insediamenti nella zona risalgono alla tarda età del ferro, ma il nome di “vicus” Duplago da cui in seguito Dobbiaco) compare per la prima volta nell’827.

La storia turistica di Dobbiaco inizia nella seconda metà del 1800 con l’apertura (1871) della linea ferroviaria Vienna – Val Pusteria (ted. Südbahnlinie). Immediatamente dopo iniziò la costruzione dell’odierno Centro Culturale e Congressi Grand Hotel ad opera della stessa società ferroviaria ed il paese divenne meta per soggiorni turistici e terapeutici.

Il declino di Dobbiaco arrivò con la Prima Guerra Mondiale. Le Dolomiti furono purtroppo un triste teatro di questa Guerra. Ancora oggi si possono visitare le trincee, che acquistano un interesse storico, sul Monte Piana, sulla Forcella del Monte Paterno e sulla Croda Rossa.

Nel 1919, con il trattato di Saint Germain, il Tirolo del Nord ed il Tirolo del Sud vennero separati e la Val Pusteria fino a San Candido, con tutto il Sudtirolo, passarono sotto il dominio italiano.

Gli anni che seguirono furono molto impegnativi per le popolazioni locali che vennero messe di fronte alla rinomata “opzione”: restare in Italia e a casa propria, ma italianizzarsi completamente oppure lasciare tutto ed emigrare in Austria o in Germania. Molti scelsero di emigrare e a chi rimase fu del tutto proibita la lingua tedesca. La forza e l’amore verso le proprie origini fecero sì che la popolazione sudtirolese riuscisse a tener vive la lingua e le tradizioni e nel 1948 venne sottoscritto lo Statuto di Autonomia tra il Trentino Alto Adige ed il Governo Italiano. Questo statuto garantisce la sopravvivenza di lingua, cultura e storia ed è un importante esempio di convivenza socio-culturale riconosciuto a livello mondiale.


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Dobbiaco

Dobbiaco: il rifugio di un amore ribelle

Nel 1304, presso la residenza di Castel Bruck, a Lienz, sopraggiunse la morte per Alberto II, conte di Gorizia. I figli decisero di rinchiudere la loro sorella Emerenziana in un monastero italiano. La strada verso il monastero era lunga e impervia e quindi come accompagnatore fu scelto il pio e prode cavaliere di Monguelfo, Baldassare. Durante il lungo viaggio il cavaliere venne rapito dalla tristezza e dalla bellezza di Emerenziana, se ne innamorò e la sposò. Non potendo tornare a Gorizia, per l’indignazione dei goriziani verso questo matrimonio, gli sposini fuggirono a Dobbiaco. I goriziani sul piede di guerra volevano distruggere Dobbiaco per vendicarsi contro Baldassare. Fu allora che si intromise il prevosto di San Candido e riuscì a fare da paciere, ottenendo la felicità di un banchetto di nozze al posto di una guerra sanguinaria. La leggenda narra che quando Baldassare apprese la notizia esclamò:” "Engel, oes is die G'far vorbei!"

(Angelo mio, per noi il pericolo è passato!). Riconoscente a Dio, Emerenziana fece erigere a Monguelfo la Chiesa di “Maria am Rain”.

Sul soffitto della chiesa si potevano vedere fino al 1832, anno del restauro, gli stemmi dei casati di Gorizia e Monguelfo. La casa di Dobbiaco che fu il primo rifugio della coppia, fu elevata a residenza nobiliare ed i proprietari poterono acquisire uno stemma: un angelo!


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Il leggendario Castello degli Herbst

Nel centro del paese, dietro la chiesa parrocchiale, spicca l’imponente castello difeso da alte mura merlate.

Nel 1500 il castello fu comprato e parzialmente ristrutturato dai fratelli Gaspare e Cristoforo Herbst di Herbstenburg. Costituiva il punto centrale di una fortificazione che, attraverso dei cunicoli sotterranei,  raggiungeva sul lato nord-occidentale del paese la cosiddetta "Torre Rossa". Nelle cantine del castello si trovavano le carceri.

Il castello Herbst a DobbiacoParticolare della statua davanti al Castello Herbst che si trova a Dobbiaco

Tra il 1508 ed il 1511 il castello è stato il quartier generale dell’Imperatore Massimiliano I d’Asburgo. Fu proprio da questa residenza che, nel 1511, venne impartito l’ordine di guerra alla Repubblica di Venezia.

Nel 1519, in ricordo delle sofferenze della guerra, l’imperatore fece costruire la “Via dolorosa”, quella che oggi viene considerata la più antica via crucis del Tirolo.

La leggenda del Castello degli Herbst

Durante un ricevimento indetto per la ristrutturazione del Castello, sotto i fumi dell’alcool e l’eccitazione della  festa, il signore Cristoforo di Herbst fece rinchiudere nella torre un mendicante vagabondo che aveva chiesto asilo. Qualche mese dopo, in occasione di altri festeggiamento con Massimiliano I d’Asburgo ed i suoi cavalieri, Cristoforo si ricordò di aver fatto rinchiudere lo sconosciuto e di averlo dimenticato nella torre. Subito avvisò della sventura la moglie Regine Ginneberin, che si sentì rabbrividire. Ella raccontò che durante l’assenza del marito dal castello aveva sentito gemiti sommessi e un lontano battere ad una porta, che l’avevano spaventata, poiché nessuno era stato in grado di spiegarle quei rumori misteriosi.  Il prigioniero aveva chiamato disperatamente aiuto, ma ormai era morto miseramente di fame.

Cristoforo e la moglie non ebbero più pace al pensiero di quella morte orrenda avvenuta nel loro castello e decisero di fare un pellegrinaggio di penitenza fino a Roma, dove fecero voto di portare intorno al collo una catena di ferro come segno di pentimento. Così fecero infatti, dopo essersi inginocchiati nella chiesa di San Pietro in Vincoli, davanti alle catene dell'apostolo. Essi mantennero sicuramente il voto fino alla morte, infatti, sulla loro tomba si vedono ancora oggi, nella chiesa parrocchiale di Dobbiaco, le figure dei nobili Cristoforo e Regina in atteggiamento di preghiera e con le catene di ferro intorno al collo.

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Castelli & Fortezze

Le Settimane Musicali Gustav Mahler a Dobbiaco

Vita e opere di Gustav Mahler
Gustav Mahler nacque a Kalist in Boemia il 7 luglio 1860 da poveri genitori ebrei. Passò la prima infanzia a Iglau (Moravia) e all’età di quindici anni si trasferì a Vienna dove frequentò il conservatorio per studiare pianoforte e composizione. Terminò gli studi nel 1878, vantando già numerosi premi. Dal 1880 fu direttore d'orchestra e "Kapellmeister" a Hall, Lubiana, Olmütz, Kassel, Praga, Lipsia e nel 1888 divenne direttore del Teatro Reale dell'Opera a Budapest. Dal 1891 fu primo direttore d'orchestra ad Amburgo. Nel 1897 fu chiamato all'Imperial Regio Teatro dell'Opera di Vienna, del quale diventò direttore fino al 1907. Gli anni della sua direzione sono considerati ancora oggi i più brillanti della storia di questo teatro.

Insegna della manifestazione dedicata a Gustav Mahler che si svolge a Dobbiaco

In seguito alle sue dimissioni si trasferì come direttore ospite all Metropolitan Opera House di New York e in seguito assunse la direzione della Philharmonic Orchestra di New York.
Si ammalò gravemente nel 1911, a metà della stagione concertistica e si fece portare a Vienna, dove morì il 18 maggio.

Data la sua intensa attività concertistica, Gustav Mahler era solito dedicarsi alla composizione durante le sue vacanze. Creò e compose le sue grandi opere sull’Attersee, sulle rive del Wörthersee e dal 1908 anche a Dobbiaco, dove soggiornava frequentemente.


Opere:

- Sinfonie I - IX
- X. Sinfonia (frammento)
- "Das klagende Lied"
- "Das Lied von der Erde"
- Lieder eines fahrenden Gesellen"
- Canzoni da "Des Knaben Wunderhorn"
- "Kindertotenlieder"
- "Rückert-Lieder"


Casetta di composizione e stanze di Gustav Mahler


Gustav Mahler trascorse a Dobbiaco le estati dal 1908 al 1910, presso il maso “Trenker” a Carbonin Vecchia. Fu qui che compose “Das Lied von der Erde”, la “Nona Sinfonia” e la Decima Sinfonia” rimasta incompiuta.
… “qui è meraviglioso e ristora sicuramente l’anima ed il corpo”… (Gustav Mahler)


Orario di visita:
Casetta di composizione
(nel parco fauna):
giugno-settembre: ore 9.00 - 17.00
ottobre-maggio ore 10.00 - 16.00
chiuso di giovedì
Salotto di Gustav Mahler
(presso il maso "Trenker" di Carbonin Vecchia tel. +39 0474 972347):
martedì e sabato dalle ore 11.00 - 12.00
(in bassa stagione visita su richiesta)


Settimane Musicali Gustav Mahler

Teatro di questo evento conosciuto a livello internazionale è il Centro Culturale Grand Hotel di Dobbiaco, nel cuore delle Dolomiti. La grande sala musicale dedicata a Gustav Mahler è riconosciuta anche per la sua eccellente acustica.
In occasione di questo festival musicale, dedicato al compositore boemo, vengono eseguite le sue opere più famose.


Maggiori informazioni:
Settimane Musicali Gustav Mahler, c/o Centro Culturale Grand Hotel
I-39034 Dobbiaco, Via Dolomiti 31
Tel.+39 0474 976151 - Fax +39 0474 976152
info@gustav-mahler.it - www.gustav-mahler.it


Breve storia del Grand Hotel di Dobbiaco sede delle Settimane Musicali

Dopo qualche anno dall’inaugurazione della nuova ferrovia Fortezza – Lienz, il numero dei passeggeri non era ancora soddisfacente. La Südbahngesellschaft di Vienna, proprietaria della tratta, decise allora di puntare sul turismo e fece costruire il “Südbahnhotel“(più tardi Grand Hotel), nella suggestiva cornice di Dobbiaco nel cuore delle Dolomiti. Era il 25 agosto 1877. Il progetto originale era di Wilhelm Ritter von Flattich, che vista la recessione economica dovette contenere i costi di costruzione. L’Hotel venne inaugurato con sole 80 stanze nella stagione estiva del 1878. L’albergo venne preso in gestione dai capaci Ignaz ed Elise Überbacher, che 10 anni più tardi lo acquistarono.

Dobbiaco divenne metà conosciuta e turisticamente frequentata ed il Grand Hotel conobbe ospiti di particolare importanza storica come il successore al trono tedesco Friedrich, il re Albert di Sassonia, la principessa ereditaria austriaca l’arciduchessa Stephanie, re Milan di Serbia e tanti altri ancora.

Dall’estate del 1888 in seguito alla morte del marito Elise divenne l’unica proprietaria del Grand Hotel. La sua gestione fu eccezionale a tal punto da far raggiungere i 350 posti letto.
Durante la Prima Guerra Mondiale, il Grand Hotel diventò un immenso ospedale militare. Non fu danneggiato da bombardamenti, ma alla fine del conflitto era ridotto in miseria.
Il turismo riprese lentamente nel 1924 e quando nel 1926 Elise morì a 68 anni, subentrò nella gestione suo figlio Max, molto meno capace. Infatti fallì nel 1932 ed il Grand Hotel fu messo all’asta. Fu acquistato dal Credito Fondiario della Venezia Tridentina, che diede la possibilità di gestirlo alla figlia di Elise ed al marito.

Fu scoperto come meta di turismo estivo da una clientela italiana e riprese bene la sua attività.

Negli anni successivi il Grand Hotel cambiò spesso proprietario, prima la Federazione dei Fasci di Combattimento di Bologna, poi l’Istituto Geografico Militare, in seguito proprietà dello Stato, che a sua volta passò la gestione alla Pontificia Opera di Assistenza. Il Grand Hotel fu così utilizzato anche come sede estiva per soggiorno – vacanza nel clima salubre dell’Alta Pusteria ai figli di famiglie bisognose.

Nel 1991, dopo tante numerose proposte d’utilizzo, il governo regionale dell’Alto Adige accettò una pianificazione territoriale, che rappresenta la gestione attuale.


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