Gais e Villa Ottone
Gais, collocato a 841 m.s.l.m., si estende sulle rive del torrente Aurino. Per raggiungere questo centro abitato dalla piana di Brunico, si procede attraverso una strettoia molto suggestiva, sormontata dal castello di Chela, che poi conduce verso la val di Tures.
Sulla collina detta “Pipe”, in tedesco “Piperg”, sono stati ritrovati insediamenti dell’età del Bronzo. Il nome Gais è di derivazione indo germanica e significa “terreno alluvionale” e descrive perfettamente questa zona, ricca di corsi d’acqua.
A Gais potrete visitare una delle chiese parrocchiali più antiche e importanti dell’Alto Adige, dedicata a San Giovanni Evangelista e costruita in stile romanico verso la fine del XII secolo. All’hotel Burgfrieden, potrete visitare un museo molto particolare, che conserva oltre 600 caschi da pompiere.
Villa Ottone è una frazione di Gais, che oltre ad essere un pittoresco e sereno paese di montagna, si distingue per la bellezza dei suoi edifici artistici. In questo villaggio potrete visitare la chiesa parrocchiale di S. Margherita, la residenza Stock o il castello Uttenheim, che si erige su una roccia sovrastante il paese.
In questo borgo, verso la fine del XV secolo, è nato il noto Maestro di Villa Ottone, i cui dipinti su tavole sono preservati nell’abbazia di Novacella e nei musei di Innsbruck e Vienna.
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La chiesa parrocchiale di Santa Margherita a Villa Ottone
Il primo documento noto, nel quale viene nominata la chiesa parrocchiale di Villa Ottone, risale al 970. Tra il 1174 e il 1178 il vescovo Richter la benedisse, dedicandola a Santa Margherita, patrona del tempo, inteso come fenomeni atmosferici.
Inizialmente la chiesa parrocchiale era stata edificata secondo i dettami dello stile romanico. Dopo la metà del 1400 il Maestro di Villa Ottone rinnovò la chiesa secondo i canoni del gotico e costruì un preziosissimo altare. Questo artista, il cui nome è rimasto sconosciuto, è considerato uno dei più grandi esponenti del periodo gotico e probabilmente è stato il maestro di Michael Pacher, personaggio di spicco del Quattrocento austriaco, che amalgamò nelle sue opere la tradizione artistica nordica con l’uso della prospettiva del Rinascimento italiano.
Nel 1772 la chiesa venne distrutta a causa di un fulmine e si decise di costruirne una nuova. I lavori furono diretti dall’ingegnere Gasser, nato a Villa Ottone e costruttore edile a Brunico. Il progetto prevedeva una nuova chiesa in stile barocco e più grande della precedente.
A partire dal 1788, sotto l’imperatore Giuseppe II, il paese di Villa Ottone ebbe un curato fisso: il primo si chiamava Josef von Wenzl. Nel 1891 il cappellano fu nominato parrocco e da allora Villa Ottone è una parrocchia.
All’interno della chiesa troverete opere artistiche pregievoli: gli altari del XIX secolo, gli affreschi della volta e la Via Crucis di Franz Zeiler, le statue sull’altare che ritraggono San Gioacchino e Santa Anna e la pala d’altare, che è una copia di quella di Santa Agnese nella chiesa del seminario di Bressanone.
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Chiese
Il castello Neuhaus
Il castello Neuhaus è ubicato su un versante boschivo nelle vicinanze di Gais e fu edificato tra il 1240 e il 1245 dai Signori di Tures. In seguito all’estinzione della famiglia, la dimora diventò proprietà dei nobili di Gorizia-Tirolo. Nel 1601 fu edificata la chiesetta, che divenne meta di pellegrinaggio.
Il nome del castello significa “nuova casa” e fu scelto a causa delle dimensioni ridotte della costruzione originaria.
A partire dal Seicento il castello iniziò a deteriorarsi e nel 1752 il proprietario, il conte Graf von Künigl , ordinò la costruzione, ai piedi del colle, di un edificio barocco per il suo curatore. Nel 1924, quando le rovine del castello diventarono proprietà del conte Dr. Cäsar Straßsaldo-Grafenberg, vennero finalmente fatti dei lavori di restauro: della piccola costruzione fortificata, in stile romanico, si sono conservati il mastio, una parte delle mura perimetrali e un avancorpo difensivo con un fossato.
Nel corso dei secoli, il castello Neuhaus ha ospitato grandi personalità, importanti da un punto di vista letterario e artistico. Il noto poeta Oswald von Wolkenstein, visse per alcuni anni in questa dimora e qui trovò l’ispirazione per creare uno dei suoi capolavori, “Jetterin von Lanebach”. La famiglia di artisti Bacher, tra i cui membri sono presenti pittori e scultori, per quasi un secolo utilizzò la casa del curatore come un laboratorio artistico. Infine, durante il secondo conflitto mondiale, Ezra Poundsoggiornò nel castello con la sua famiglia.
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Il castello di Chela
Le rovine del castello di Chela sono ubicate a 1188 m.s.l.m. e da questa posizione imperano maestose e romantiche sulla valle di Tures e sulla piana di Brunico.
L’edificazione del maniero risale all’anno 1000, quando il vescovo di Bressanone S. Albuino, comprò dal nobile Liuto un maso, sui resti del quale costruì il castello.
Nei secoli che seguirono questa dimora fu data in affidamento a varie famiglie nobili, fino a quando entrò in possesso dei Signori di Rost, che se ne occuparono per 350 anni. Nel 1545 il comandante brissinese Hans II von Rost fu ricompensato dal vescovo, ricevendo in dono il castello di Chela, a condizione che fosse restaurato. I lavori al maniero furono terminati dal figlio del nobile, Karl Johann von Rost.
Questa dimora rimase alla famiglia von Rost fino al 1891, anno in cui il castello venne venduto al vescovo ausiliare di Kaschau in Ungheria. Quest’ultimo decise di restaurare il castello e questa iniziativa lo fece fallire e lo costrinse, nel 1907, a vendere il maniero al console tedesco Wilhelm Assia Steffen.
Dopo la prima guerra mondiale l'Alto Adige passò all'Italia e il castello divenne proprietà dello Stato. Poi fu acquistato dal commendatore Vascellari, un industriale originario del Cadore, i cui eredi sono ancora oggi i proprietari di questo edificio storico e dei terreni attigui.
La sera del 30 aprile 1944 scoppiò un incendio, le cui cause sono ancora sconosciute, che distrusse gran parte della struttura, che non fu più ricostruita.
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