L’area protetta Monte Corno, la più piccola ma la più ricca di biodiversità 

Ci troviamo a sud di Bolzano, precisamente nella Bassa Atesina , e questo parco, che deve il suo nome al Monte Corno, si estende in 6.600 ettari, risultando di fatto il parco più piccolo di tutto l’Alto Adige. Ma il dato più interessante è senza dubbio quello del suo clima, che di fatto è diviso in due zone: sul versante a sudovest del Monte Corno il clima è sub mediterraneo, per cui moderatamente mite e umido, mentre nel versante nordest il clima è aspro e presente la tipica rigidità dell’intera regione. Questa duplice anima dovuta anche alla bassa quota del Monte Corno (soli 1.781 m) fa dell’intera zona l’area protetta con la maggiore ricchezza di biodiversità di flora e fauna dell’intera regione.

Vista panoramica sul Parco Naturale Monte Corno

Il Monte Corno e la sua duplice geologia

Oltre alla doppia natura climatica, ciò che colpisce è la scissione in due zone geomorfologicamente distinte del Monte Corno. Nel fianco che si affaccia sulla Val d’Adige la conformazione rocciosa è costituita prevalentemente da dolomia chiara contraddistinta da crepacci e da rocce calcaree; invece, nella zona a est è il porfido quarzifero il protagonista. Questa duplicità geologica si traduci anche in una doppia cromaticità: la chiara roccia dolomitica sul lato della Val d’Adige, e il marrone rossiccio tipico del porfido nel versante a est del monte. Questa distribuzione della roccia così diversificata, in aggiunta al clima che viaggia su due zone con caratteristiche differenti, ha favorito l’enorme varietà di associazioni vegetali.

Vegetazione variopinta: prati alberati, boschi, pini silvestri e larici

La biodiversità di cui è noto l’intero parco, si manifesta in tutta la sua evidenza proprio dal mondo vegetale. In particolare, è uno spettacolo inusuale trovare nella zona più mite prati di larice dove sbocciano gigli selvatici, soldanelle, e invece spostandosi nel fitto bosco ceduo vedere crescere faggi, abeti, castagni e pino silvestre. Per poi passare nella parte più secca dove gli abeti, il larice e il pioppo delineano la tipica dimensione dolomitica dei boschi. Questi passaggi di scenari avvengono proprio grazie al clima e alla conformazione geologica che presenta differenti caratteristiche e che dunque ne condiziona il proliferare di una flora così diversa.

La fauna che si adatta all’habitat del parco

Per chi ama avvistare gli animali liberi nella natura, passeggiare lungo il Parco Naturale Monte Corno è senza dubbio la scelta migliore. Risulta davvero sorprendente come in ogni sua forma la fauna del posto abbia trovato un luogo ideale dove vivere. Un esempio su tutti sono il tasso e il piccolo topo selvatico, che proprio nei terreni rocciosi e aridi trovano le condizioni ideali per le loro tane. E sempre grazie alle condizioni secche e aride anche la piccola formica rufa trova nelle pinete del pino silvestre l’habitat ideale per proliferare. Nelle zone più a nord del parco, dove faggi e abeti la fanno da padroni, trovano le condizioni per nidificare nelle cavità degli alberi numerosi uccelli come i picchi muratori, i rapaci notturni e le cince. Salendo poi nelle sommità del dorsale del Monte Corno, si possono avvistare il corvo imperiale e la lepre variabile. Per chi invece ama rimanere nella zona bassa del parco, non potrà sfuggire l’avvistamento del ramarro orientale dai suoi colori brillanti e che trova proprio nei verdi prati e boschi a clima sub mediterraneo la sua dimensione ideale per vivere. Menzione a parte per un’esperienza davvero particolare, ovvero quella di poter camminare nel bosco ceduo e sentire il suono di cicale che accompagnano i passi nei sentieri del parco.

Attraversare i sentieri per vivere la natura

Quella descritta è tutta la natura di un parco che ha molti modi per essere vissuta nel pieno rispetto di un’area che si deve ad un’area protetta. In questo senso anche grazie ai tantissimi sentieri è possibile vedere con i propri occhi l’esplosione di varietà della natura del parco. Uno su tutti è sicuramente il sentiero delle leggende, un percorso di 2 km, da fare in meno di un’ora, e che permetterà attraverso 10 stazioni diverse, di conoscere storie, racconti e leggende di Trodena , il comune che ha organizzato la creazione delle installazioni. In ciascuna un totem e una leggenda scritta dai bimbi delle scuole del paese raccontano storie avvincenti che hanno come comun denominatore il parco.

Una zona crocevia commerciale nei secoli

Oggi i comuni che fanno parte del Parco sono Anterivo, Egna , Montagna, Salorno e Trodena, in particolare quest’ultima ha l’80% del territorio all’interno dell’area protetta. Ma nel corso dei secoli questa zona era il passaggio obbligato per vie commerciali e anche per viandanti che la utilizzavano come passaggio dall’Europa centrale a quella meridionale. Passeggiando nell’incontaminato parco, fa un certo effetto pensarlo come luogo di passaggio per tante popolazioni del passato, ed oggi luogo dedicato alla natura.

Centro visite a Trodena

Nel centro visite di Trodena, il Parco naturale Monte Corno, viene presentato attraverso una serie di installazioni distribuite in tre piani. Si possono osservare per esempio diverse specie di insetti e pollini di fiori ingranditi e conoscerne il loro adattamento all’habitat del parco. I più piccoli verranno catturati dalla presenza di un formicaio vivente e dai laboratori creativi organizzati dallo staff del centro visite.


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