Racines

Racines è uno dei comuni più grandi dell'Alto Adige ed è composto da tre valli: la val Ridanna, la val Giovo e l'omonima valle, val Racines, che sono ubicate tra i 950 e i 1.500 m.s.l.m.

La val Ridanna si dirama da Vipiteno verso la parte occidentale, raggiungendo le Alpi Breonie. Questa vallata vanta un passato minerario di otto secoli e per preservare questa tradizione è stato realizzato il Museo Provinciale Mondo delle Miniere a Ridanna Monteneve.

Foto panoramica di Racines circondata dalle montagne

La val Giovo è un luogo lontano dalla frenesia e dai rumori  del fondovalle, che collega Vipiteno alla val Passiria attraverso il passo del Giovo.

La val Racines  si estende da Stanghe verso sud-ovest ed è una destinazione sciistica rinomata, che offre 25 km di piste per sciare, una pista per slittini di 5 km e 40 km di percorsi per coloro che praticano lo sci di fondo.

Due località del comune di Racines si distinguono rispetto alle altre e sono:

  • Stanghe
    Questo paese, situato a 1.000 m.s.l.m.,  è noto soprattutto per le cascate di Stanghe, un meraviglioso spettacolo naturale e per le rovine del castel Reifenegg, risalente all' XI secolo.
  • Mareta
    Questo centro abitato, collocato a 1.050 m.s.l.m., si trova all'entrata della Val Ridanna e  ai piedi di castel  Wolfsthurn, una dimora in stile barocco che ospita il Museo Provinciale della caccia e della pesca.

Le cascate Burkhard

Le cascate Burkhard, situate nel fondovalle di Ridanna, sono uno spettacolo naturale di incomparabile bellezza. Da qualche anno queste due cascate sono nuovamente raggiungibili, seguendo un percorso arricchito da scorci suggestivi.

Il sentiero n°9 parte dal Mondo delle Miniere a Masseria e si dirama, lungo il vivace torrente Ferner, attraverso i secolari boschi che circondano la zona. Superata la centrale elettrica Seebach, a 1.610 m.s.l.m., si aprirà davanti ai vostri occhi uno scenario incantevole: una massa d'acqua scrosciante che si abbatte lungo uno scosceso pendio roccioso e diversi caratteristici ponticelli in legno, dai quali contemplare lo spettacolo di questa gola.

All'inizio dell'estate del 1899, l'oste Stefan Haller fece costruire un sentiero che conduceva alle cascate e lo chiamò "Burkhard-Klamm", come omaggio al primo presidente dell'associazione alpina tedesca e austriaca. Il percorso venne inaugurato il 18 agosto del 1899. Con l'avvento del primo conflitto mondiale, il sentiero venne abbondonato e cadde in rovina. Nel 2006 venne ripristinato, grazie all' associazione turistica di Racines e alla ripartizione Forestale dell'Ispettorato di Vipiteno.


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La miniera Ridanna Monteneve

La miniera di Monteneve, che si estende tra i 2.000 e i 2.650 m.s.l.m.,  è una dei giacimenti più alti d’Europa ed è condivisa da due valli, la val Passiria e la val Ridanna. La miniera Ridanna Monteneve dista un quarto d’ora di macchina da Vipiteno.

Vista sulle miniere di Ridanna
Museo delle miniere di RidannaCarrelli di trasporto

L’inizio dell’attività di estrazione non è certo, ma il primo documento scritto, nel quale viene citata Monteneve, risale al  1237. L’argento estratto arricchì la città di Vipiteno e l’apice venne raggiunto intorno al XVI secolo con l’impiego di 1.000 minatori e l’utilizzo di 70 gallerie. In questo periodo venne edificata la cappella dei minatori di S. Maddalena in Ridanna, una struttura religiosa in stile tardo gotico. Dal 1871 in poi  iniziò l'estrazione dello zinco. Il paese S. Martino  visse  in quel periodo il momento di maggiore sviluppo. Nel 1967 un incendio distrusse  il villaggio. I minatori si trasferirono  a Masseria, dove dal 1871 era presente  anche l'impianto d'arricchimento del minerale. Nel 1979, dopo 800 anni di estrazione mineraria, il giacimento chiuse.

Oggi, se vi recate a Ridanna Monteneve, troverete il museo provinciale delle miniere. La maggior parte delle guide sono discendenti da famiglie di minatori e gli impianti originali sono ancora funzionanti. Potrete avventurarvi all’interno delle gallerie e provare personalmente la dura vita dei cavatori.

Il museo provinciale della caccia e della pesca

Il museo provinciale della caccia e della pesca è ospitato dal 1996 all’interno di Castel Wolfsthurn, un maniero barocco che sovrasta Mareta da una collina.

Le origini del castello sono sconosciute, ma è noto che fino alla fine del XV secolo appartenne alla famiglia dei Wölfe, che in seguito  si estinse e nel 1574 il maniero divenne proprietà della famiglia Grebmer, che lo abitò per 200 anni. Successivamente  venne acquisito  dalla famiglia Sternbach.  Il castello, come appare oggi in stile  barocco,  fu costruito tra il 1727 ed il 1741 su commissione di Franz Andrä von Sternbach e questa casata nobiliare possiede tutt’oggi il maniero.

Al primo piano di questa secolare dimora, troverete l’area espositiva riguardante la caccia e la pesca, che vi permetterà di osservare animali del luogo, oggetti d’uso per la caccia e la raccolta "Rudolf Reichel" che comprende preziose canne da pesca, mulinelli e mosche artificiali.

Il 2° piano é riservato  al castello ed alla sua storia. Le stanze di questo maniero sono state conservate secondo il loro aspetto originale e permettono di  avere una visione sulla vita della nobiltà tra il XVIII e il  XIX secolo.

Dal 2003 è stato aggiunto un sentiero tematico, noto come “Bosco e Acqua”, che partendo da Mareta, vicino alla chiesa parrocchiale, si dirama per circa un km, fino al castello.


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