Lasa
Lasa, in Val Venosta è situata a 868 metri s.l.m. ed è spesso definita "patria del marmo" per via della montagna Jennwand, al di sopra del paese, da cui si estrae uno dei marmi più conosciuti al mondo, il marmo di Lasa appunto. Oris, Cengles, Allitz, Tanas, Tarnell e Parnetz sono le frazioni che compongono Lasa, distante da Silandro circa 7 km. Con una popolazione pari a 3.828 abitanti, Lasa si presenta come un borgo di lavoratori, fatto di contadini e artigiani, dove rivestono particolare importanza la produzione di albicocche e la realizzazione di sculture in marmo.
Lasa presenta una varietà di paesaggio molto marcata: se nella parte nord i pendii soleggiati sono poveri ed asciutti; nella parte sud sono invece ricchi di boschi verdeggianti e attraversati da ampie file di marmo. Quest'ultimo caratterizza l'intero paese, dalle facciate delle case, alla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, fino a ricoprire persino i marciapiedi.
Il territorio che si estende nei dintorni di Lasa è particolarmente adatto per le escursioni, tutto il Monte Mezzodì, con la sua vegetazione variegata, offre flora e fauna particolari adatte agli amanti della natura. I sentieri marcati e percorribili tutto l'anno invitano alla scoperta di questo ambiente particolare.
Nei pressi della banca del paese si trova la statua di Francesco Giuseppe, un busto che venne commissionato poco prima della II Guerra Mondiale. Per proteggerlo durante questo periodo venne riposto in una stalla e quasi dimenticato per oltre mezzo secolo. Venne quindi recuperato e posizionato al posto in cui lo vediamo oggi.
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Il marmo di Lasa: l’Oro Bianco della Val Venosta
Il comune di Lasa è molto conosciuto per l’estrazione e la lavorazione del marmo, un’importante fonte di reddito per il paese nonché antica attività lavorativa per la gente del posto e dintorni. La montagna dalla quale viene estratto il marmo si chiama Jennwand e troneggia al di sopra del paese. Non si sa con precisione quando è iniziata l’attività di estrazione del marmo, ciò che ci è dato sapere è che già le statue stele rinvenute a Lagundo erano in marmo (trattasi di megaliti in pietra di tipo antropomorfo le cui origini possono risalire dalla tarda preistoria all’arrivo dei romani – dal III millennio a.C. al VI secolo a.C.).
L’attività di scultura ha origini antichissime, si presume infatti che gli scalpellini dell’antichità erano soliti scolpire già i grandi massi portati a valle dalle frane. Con la diffusione del marmo quest’attività iniziò ad essere praticata maggiormente tanto che oggi la scuola di scultura di Lasa è la più nota e apprezzata del mondo.
Fino agli anni ’30 i pesanti blocchi di marmo venivano fatti scendere a valle tramite slitte rudimentali legate da funi. Successivamente venne invece costruito un piano inclinato lungo 1.000 metri che consentiva di trasportare agevolmente a valle i blocchi per le sculture.
La diffusione e la lavorazione del marmo diventò una delle più importanti fonti di reddito per il comune di Lasa, numerose persone provenienti dai paesi limitrofi trovavano lavoro qui. Purtroppo però ben presto le mode cambiarono e il marmo di Lasa venne sostituito da altri materiali. Solo recentemente il marmo di Lasa è tornato nuovamente in voga tanto che quell’antica scuola di scalpellini è stata nuovamente aperta. Gli esperti apprezzano particolarmente il marmo di Lasa per via del suo aspetto omogeneo, il cui colore di fondo è bianco translucido e contraddistinto da dolci ombreggiature che quasi mai divengono venature o ingiallimenti. Un’ulteriore caratteristica è la sua capacità di resistenza agli agenti atmosferici e all’inquinamento.
La presenza del marmo di Lasa può essere rintracciata in tutto il mondo. Alcuni esempi sono visibili a Vienna davanti al Parlamento, presso la fontana della Pallade Atena; a Londra, davanti a Buckingham Palace, presso il Monumento della Regina Vittoria; a New York presso il monumento di Heinrich Heine.
Anche Lasa, com’è ovvio che sia, è tappezzata di numerose opere in marmo. Già alla stazione sono visibili grandi blocchi di marmo, così come pure l’abside della Chiesa di San Giovanni a Lasa. Passeggiando lungo le strade del paese, non potrete fare a meno di notare che persino i marciapiedi sono completamente realizzati in marmo.
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Lasa
La Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista e la sua Abside a Lasa
La Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista a Lasa risale al 1200 e fu edificata su una chiesa pre-esistente. Il suo complesso fu distrutto dal grande incendio del XIX sec. il quale interessò buona parte delle opere architettoniche del paese.
L’abside della chiesa di Lasa (quell’elemento architettonico di epoca romanica, a forma di semicupola) è una delle più belle dell’Alto Adige. In effetti un tempo essa fungeva da sagrestia, solo successivamente, in seguito al ritrovamento di alcuni pezzi dell’originaria abside romanica, venne ricostruita fino a rappresentare uno degli esempi più belli di architettura romanica del passato.
L’abside è divisa in colonne ognuna delle quali contenente tre finestre ad arco, quella centrale è la più piccola. Tra gli elementi decorativi sono da menzionare le lisene (nella parte superiore) e a metà altezza due sculture rappresentanti un leone e un ariete. All’interno l’abside è invece molto semplice e lineare, ad eccezione del suo rilievo, risalente al periodo carolingio, dei tre martiri Santi Alessandrino, Martirio e Sisino.