Chiusa e dintorni
Il comune di Chiusa, immerso tra vigneti e alberi di castagno, è una delle mete più suggestive della Valle Isarco. Nei dintorni di questo borgo sono collocati dei piccoli e idilliaci paesi di montagna.
Da Verdignes, collocato a 963 m.s.l.m., potrete godere di una vista superba sulle Dolomiti e sul monastero di Sabiona. Il vino e le castagne sono prodotti tipici del luogo.
Gudon, ubicato a 734 m.s.l.m., dista solo 3 km da Chiusa. Questo villaggio vanta una storia millenaria ed è noto come "il paese delle sette colline", per i suoi caratteristici cocuzzoli.
A Lazfons, che si trova a 1.160 m.s.l.m., troverete una località attrezzata per tutti gli sport, sia estivi che invernali, ma lontana dalle mete molto frequentate delle Dolomiti.
Chiusa in Valle Isarco: cosa vedere?
Il centro storico di Chiusa è uno dei più pittoreschi della penisola e dal 2002 fa parte dell'associazione "I borghi più belli d'Italia". Questo pittoresco centro abitato è costituito da edifici di dimensioni medio-piccole e quelli di metratura più ampia, sono di epoche successive e trovano origine dall'unione di due o più strutture. La casa più stretta di Chiusa misura 3 m e risale al XIII secolo.
Alla Pietra di Dürer si arriva percorrendo l'omonima passeggiata. Questo monumento, posto in un punto panoramico, ricorda la presenza a Chiusa del celebre artista nel 1494. In questo luogo il pittore osservava la città e la dipingeva, purtroppo queste opere sono andate perdute e rimane solo un’incisione su rame.
Nel museo civico troverete il famoso Tesoro di Loreto, una collezione di opere d’arte di inestimabile valore, donata dalla regina di Spagna Maria Anna, per esaudire il desiderio del suo padre confessore Gabriel Pontifeser, un frate Cappuccino originario di Chiusa.
Dal centro storico una strada vi condurrà al monastero di Sabiona, che sovrasta imponente questo borgo. Durante l’inverno, il centro di Chiusa si riempie di colori, luci e profumi natalizi. Ogni anno in questa cittadina si tiene il Mercatino di Natale di Chiusa, un evento da non perdere!
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Il monastero di Sabiona
Il monastero di Sabiona collocato su di un'alta rupe, troneggia maestoso sopra Chiusa ed è una delle mete di pellegrinaggio più antiche del Tirolo. Il cenobio è raggiungibile partendo dal paese e percorrendo a piedi il percorso di una secolare Via Crucis, che regala scorci idilliaci sulla Valle Isarco.
Fino al 1535 il monastero era un palazzo vescovile, nel quale si svolgeva l'attività giudiziaria, poi un fulmine provocò un incendio che distrusse tutto. Passò un secolo prima che il parroco di Chiusa, Matthias Jenner, decidesse di erigere il cenobio. Tra il XVIII e il XIX il monastero fu invaso e usato come fortezza difensiva più volte.
La cappella di santa Maria, nota come Cappella delle grazie, sorge accanto alla chiesa di nostra Signora, con pianta ottagonale. L'abside circolare con l'arco trionfale e parte del muro perimetrale risalgono al periodo romanico.
Nella chiesa della Santa Croce, il crocefisso sull'altare è di notevole valore artistico e fu costruito dallo scultore Leonhard da Bressanone nella seconda metà del XV secolo. Sulla parete esterna dell'abside principale della chiesa troverete un crocefisso alto 12 metri, che un tempo veniva considerato simbolo di salvezza dai pellegrini che giungevano dal nord della valle Isarco.
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La miniera di Villandro
La prima volta che venne nominata la miniera di Villandro fu nel 1140, quando l’imperatore Federico Barbarossa la donò al monastero di Novacella.
Fino alla prima metà del XVI secolo, la miniera d’argento di Villandro, situata sulle montagne di Fundres e sopra l’abitato di Chiusa, era una delle zone minerarie più importanti dell’Alto Adige. Dalla seconda metà del XVI secolo l’attività mineraria di tutto il Tirolo entrò in crisi. Nonostante i problemi, l’estrazione dei minerali continuò. Tra il 1893 e 1908 ci fu un recupero passeggero e successivamente l’attività mineraria venne abbandonata. Durante la seconda guerra mondiale, per un breve periodo, il giacimento venne riaperto.
La Galleria Elisabeth ha una lunghezza di 1670 m ed è ubicata a 1292 m.s.l.m.. Verso la fine degli anni ‘90 è stata restaurata e dal 2005 è aperta al pubblico. La galleria è un percorso didattico che aiuta a comprendere i metodi di estrazione e di lavorazione dei minerali, oltre alle condizioni di lavoro dei minatori, la cui aspettativa di vita non superava i 40 anni.
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